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Tra la realtà fisica e quella digitale. Questo spazio, oggi comune a una molteplicità di persone, è stato denominato “onlife” da Luciano Floridi, professore di Etica e Filosofia all’Università di Oxford.

Il tema, al centro del panel proposto da illimity bank durante lo StartupItalia Open Summit 2019, è divenuto importante anche all’interno dei contesti bancari oggi. Tra questi, illimity, la banca di nuovo paradigma di Corrado Passera.

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Onlife: un concetto portato avanti anche da illimity                

Onlife è dove la vita reale e la sfera digitale si uniscono, costruendo un ecosistema. Questo concetto trova applicazione al contesto bancario nel momento in cui la banca garantisce all’interlocutore di poter utilizzare al meglio gli strumenti digitali e, allo stesso tempo, di potersi interfacciare fisicamente con coloro che lavorano all’interno dell’ente finanziario. Per questo, illimity è la banca di nuovo paradigma”, dichiara a StartupItalia il CEO di illimity, Corrado Passera.

Di “onlife” si è parlato, per la prima volta, nella pubblicazione “La quarta rivoluzione” del professor Floridi, che è valsa al docente il Walter J. Ong Award for Career Achievement in Scholarship 2016.

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Un concetto proiettato verso nuove frontiere, che assottiglia il confine tra la vita online e quella offline, in un mondo in cui ciascuno di noi è in connessione con gli altri e diventa parte di una “infosfera” globale.

Il modo migliore per trarre profitto dagli strumenti tecnologici diviene la capacità umana di dettare regole precise all’intelligenza artificiale, al fine di facilitare e accelerare il lavoro dell’uomo.

 

 

Breve e lungo termine nell’etica aziendale

“Quando si fonda una startup sono tante le ansie a cui si va incontro. Tra queste: il capitale e i volumi aziendali; la costruzione del team; l’avanzare delle nuove tecnologie. Quando abbiamo fondato illimity avevamo tutte queste paure, ma siamo riusciti a superarle e a costituire la startup – ha rivelato il CEO Passera – Credo che quando si mette su un’azienda si debba pensare al concetto di “capitalismo responsabile”: fare l’interesse dell’impresa pensando al benessere dell’intera comunità”.

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Ma perché, spesso, questo clima di responsabilità sociale è difficile da costruire? A questa domanda ha risposto il professor Floridi: “Se si pensa al guadagno a breve termine, i sacrifici da fare sono minimi, ma si costruirà qualcosa che difficilmente potrà avere un futuro. Se, invece, si pensa al lungo termine, perseguire le policies di business e un’etica responsabile richiederà senza dubbio più sforzi, ma i tanti sacrifici, con il tempo, saranno riscattati”.