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Seedcamp festeggia il suo decimo anniversario con il lancio di un quarto fondo d’investimenti per startup e imprese innovative del valore di 46 milioni di euro. Un progetto ben 2 volte più grande dell’ultimo sostenuto – era il 2014 e i milioni raccolti si fermarono a 20 – e che vede la partecipazione di 60 diversi soggetti.

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Al centro della foto, Carlos Espinal e Reshma Sohoni circondati dal team di Seedcamp

Unilever Ventures, Thomas Cook Money, Index Ventures, Atomico e Idinvest Partners: questi sono solo alcuni dei nomi che compaiono nel Seedcamp Fund IV. Società attive nel settore dell’innovazione, venture capitalist e fondi provenienti da ogni parte del mondo.

Avviare startup verso il mercato globale

Gli obiettivi che uno dei maggiori investitori nel panorama europei delle startup si è prefisso di raggiungere con questa operazione sono davvero notevoli. Seedcamp continuerà, infatti, a puntare sui progetti più promettenti e scalabili con il proposito di farli arrivare presto sui mercati globali. Un centinaio dovrebbe essere il numero delle startup coinvolte. Un aumento cospicuo dell’ecosistema e delle sue dimensioni, ma anche un evoluzione dell’offerta.

Gli investimenti  avverranno in fase pre-seed (momento della sperimentazione, in cui non esiste ancora un prodotto e l’azienda non è strutturata) e seed (avvio dell’attività produttiva, quando l’impresa già esiste ma non si conosce ancora la sua validità commerciale), permettendo di risparmiare una notevole quantità di fondi per supportare i progetti più promettenti anche nei successivi round d’investimento A e B. Contemporaneamente, le startup potranno continuare ad accedere al network globale di Seedcamp e al suo team di operatori ed esperti.

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L’interno della sede londinese di Seedcamp

“Seedcamp ha compiuto un viaggio incredibile negli ultimi dieci anni e la nostra ambizione è cresciuta esponenzialmente”, spiega Carlos Espinal, Managing Partner di Seedcamp. “Ma mentre il nostro approccio alle startup si è evoluto, il nucleo della nostra comunità è sempre lo stesso. E ora, con il nuovo fondo, non vediamo l’ora di continuare a sostenere i talenti più ambiziosi dell’ecosistema innovativo europeo”. Un pensiero che condivide anche la co-founder Reshma Sohoni.

Seedcamp in Italia

Dal 2007 e che ad oggi ha investito 365 milioni di dollari in 214 aziende, tra queste anche diverse realtà italiane. Ne è un esempio Stamplay, la startup di Nicola Mattina che fornisce una piattaforma di supporto per aiutare chi è poco esperto nella programmazione. Oppure Tanaza che permette di gestire le proprie reti wi-fi dal cloud.

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C’è poi la collaborazione stretta con H-Farm, l’acceleratore di Riccardo Donadon a Roncade (Treviso). Niente di paragonabile, almeno per il momento, a quanto fatto da Seedcamp in altri Paesi europei. Ma comunque il segnale di un interesse per il mondo delle startup italiane che ora, con Seedcamp Fund IV, potrà solo crescere.

L’esempio di Italia Venture I

Ma se ci sono fondi d’investimento europei che guardano con attenzione al panorama dei nuovi imprenditori italiani, non si può dire che i nostri player nazionali siano da meno.

Leggi anche: L’investor network di Invitalia Ventures

Basta pensare a Italia Venture I, il fondo d’investimento gestito da Invitalia Ventures SGR. In soli due anni il fondo ha già investito in 16 tra startup e PMI innovative, impegnando 11 milioni di euro con un valore complessivo degli investimenti che tocca i 33 milioni. Tutto grazie al meccanismo di co-investimento con investitori privati, nazionali e internazionali, mescolando insieme capitali pubblici e privati.

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La sede della Banca Europea per gli Investimenti in Lussemburgo

Ottimi risultati che hanno attirato l’attenzione della BEI (Banca Europea degli Investimenti), entrata così per la prima volta nel Venture Capital italiano. L’investimento da 21,65 milioni di euro è stato sottoscritto da Dario Scannapieco, vicepresidente della Bei, e da Salvo Mizzi, amministratore delegato di Invitalia Ventures SGR. L’operazione è segno evidente  che l’istituzione europea vuole spingere lo sviluppo del venture capital italiano. Anche se il Paes rimane ancora in posizione marginale rispetto ai suoi partner europei. Nel 2016, dicono i dati, in Francia sono stati investiti in startup 2,7 miliardi di euro, in Germania sono stati 2 miliardi, 600 milioni di euro in Spagna, mentre in Italia solo 180 milioni di euro. Un trend da invertire, magari partendo proprio con Italia Venture I.